POZZUOLI – Entrambi sottoposti agli arresti domiciliari, avevano chiesto al Tribunale di Sorveglianza un permesso per partecipare alla festa per la comunione dei rispettivi figli, ma l’istanza era stata rigettata. Il giudice, infatti, non aveva concesso il permesso per andare al ristorante, concedendo loro solo l’ok per la funzione religiosa in una chiesa di Licola. Non contenti, però, hanno presentato una nuova richiesta per sottoporsi a una visita medica, nello stesso giorno della festa. Autorizzati, però non sono andati in ospedale ma in un ristorante di Licola dove hanno brindato e festeggiato, pubblicando ogni momento della festa su Tik Tok. «Se non ci siamo non ci siamo, ma se ci siamo comandiamo noi e basta, come i leoni che combattono. ma non temono a nessuno. un clan di leoni, per sempre insieme» è la frase che accompagna una foto in cui i due detenuti brindano a tavola.
I FRATELLI ARRESTATI – Foto e video che sono costati cari a Nicola Vallozzi, 43 anni detto “o stuort”, capozona di Licola mare per conto del clan Ferro, arrestato nel 2016 durante l’operazione Iron Men e condannato a 9 anni e 9 mesi di carcere, poi finiti ai domiciliari per motivi di salute. Insieme a lui è finito in manette il fratello Diego, 36 anni, noto spacciatore di Licola. I due sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri della stazione di Licola che li hanno trasferiti nel carcere di Poggioreale. Dai video inoltre è emerso come O stuort avesse organizzato in un viale di via Del Mare, a Licola, una festa abusiva con tanto di palco, cantanti neomelodici e fuochi d’artificio.
LA STORIA – Ma torniamo alla festa che li ha fatti tornare in carcere. Già sottoposto alla detenzione domiciliare, il più piccolo dei Vallozzi avrebbe presentato istanza all’Autorità Giudiziaria per ottenere un permesso e partecipare alla comunione del figlio, prima in chiesa poi al ricevimento in un ristorante di Licola. Ottenuto il consenso solo per la cerimonia religiosa, il detenuto avrebbe presentato una seconda richiesta, anche questa respinta con le medesime indicazioni della prima. La terza sarebbe stata avanzata per una visita ortopedica, programmata presso l’ospedale San Giuliano, esattamente lo stesso giorno della comunione del figlio. Stesso copione per “Nicola o stuort”: anche lui detenuto ai domiciliari ha presentato stessa istanza per la comunione della figlia che si sarebbe tenuta nello stesso ristorante. Stesse motivazioni alla base dei rigetti e poi una visita neurologica, prenotata alle 13.30 del 12 maggio 2024. Anche qui stesso giorno della comunione della piccola. Ottenute le due autorizzazioni, i carabinieri hanno notificato la disposizione del tribunale ma, memori delle precedenti pretese, hanno deciso di approfondire.
LA FESTA – Si è partiti dal dato più evidente, il giorno delle visite: 12 maggio 2024, una domenica. La direzione sanitaria dell’ospedale ha confermato i sospetti dei carabinieri, comunicando che nessuna visita era stata programmata, proprio perché giorno festivo. Inoltre, il medico incaricato di effettuare la visita ortopedica, riportato sull’istanza presentata all’Autorità giudiziaria, è risultato essere in quiescenza da anni. Per il 43enne, invece, il dottore indicato non era mai stato in servizio presso quella struttura, tra l’altro non dotata di reparto di neurologia. Il giorno della cerimonia i carabinieri hanno documentato che i due fratelli dopo la funzione in chiesa si erano uniti ai festeggiamenti nel ristorante indicato. Ad ulteriore conferma gli svariati video girati durante la festa e pubblicati su Tik Tok. Raccolti tutti gli indizi, i carabinieri hanno trasmesso all’ufficio di sorveglianza un’informativa completa. E in considerazione delle violazioni documentate, hanno eseguito l’aggravamento della misura emesso dall’Autorità Giudiziaria.