POZZUOLI – Il sole cocente e la pioggia non possono invalidare né arginare l’impegno civile e la presenza “attiva” sul territorio. Il Comitato “Pozzuoli Sicura” ha deciso di avviare un presidio continuo e uno sciopero della fame a catena. La mobilitazione è nata già da diversi giorni in risposta al rinvio del decreto governativo, che dovrebbe fornire sicurezza ai residenti di Pozzuoli e sostegno ai cittadini con abitazioni interdette. Vi è il timore che il decreto non includa provvedimenti, stanziamenti e contributi adeguati. Il disagio e la conseguente presa di posizione è nata da una visione analitica rispetto al contesto quotidiano a puteolano definito “insostenibile”. La città non chiede trattamenti speciali, ma semplicemente le stesse misure di sicurezza e sostegno che sono state accordate ad altre città italiane colpite da frane, alluvioni o diverse situazioni emergenziali. Pozzuoli, soggetta a terremoti di media entità che hanno indebolito le strutture edilizie nel corso degli anni, necessita di interventi urgenti. «Sin dagli anni ’80, si è consapevoli delle azioni necessarie per fronteggiare la crisi bradisismica, ma il governo e l’amministrazione continuano a ritardare in maniera inammissibile».

IL DISAGIO – La lentezza nell’adozione delle misure necessarie è evidenziata dal proliferare di comitati civici che chiedono trasparenza, sicurezza e sostegno. Questo movimento dimostra la vitalità della cittadina puteolana e la sua determinazione a restare nella terra che la ospita da millenni, tra la Solfatara e il mare. Manifestazioni e appelli sporadici non sono stati sufficienti a smuovere le istituzioni. Il Comitato “Pozzuoli Sicura” ritiene necessaria una lotta civile, democratica, pacifica, ma incisiva e prolungata, capace di portare all’attenzione nazionale le responsabilità di governo e amministrazione. Queste le richieste avanzate dal comitato: L’indicazione ufficiale della magnitudo dell’evento sismico atteso, che si stima essere di 5.0. Verifiche certificate e definitive sugli stabili per determinarne la resistenza al sisma previsto, identificando quelli da ristrutturare con contributi statali e quelli non recuperabili, garantendo soluzioni per permettere a tutti di restare nella Pozzuoli messa in sicurezza. L’erogazione di contributi e servizi adeguati per le famiglie con abitazioni interdette. La mobilitazione continuerà fino all’emanazione del decreto e, in base ai suoi contenuti, si deciderà come proseguire. Il Comitato invita inoltre cittadini, associazioni, sindacati e forze politiche a unirsi e sostenere concretamente questa battaglia unitaria per una Pozzuoli finalmente sicura.

“UN ATTACCO AI CAMPI FLEGREI” – Il recente decreto del Ministro Musumeci per i Campi Flegrei ha suscitato preoccupazione e indignazione. Sebbene un giudizio definitivo richieda lo studio del testo del decreto, alcune prime impressioni non sono state ignorate. Secondo il Comitato “Pozzuoli Sicura”, il decreto riflette una grave ignoranza e insipienza politica. La dichiarazione del Ministro Musumeci, secondo cui chi resta nei Campi Flegrei lo fa a suo rischio e pericolo, ignora la lunga storia della regione e l’importanza di istituzioni e aziende che operano nell’area. L’Accademia Aeronautica e aziende internazionali come Prysmian investono milioni di euro proprio sul litorale flegreo, dimostrando la vitalità economica della zona. Oltre all’ignoranza del contesto locale, il decreto mostra un’approssimazione scandalosa. Lo stanziamento di 22 milioni di euro per l’edilizia privata appare un intervento alla cieca, senza chiari criteri di selezione degli stabili e delle necessità di ristrutturazione. Inoltre, la decisione di non intervenire su case abusive e seconde case, pur essendo comprensibile, lascia incerti gli abitanti “innocenti” di quegli edifici. Un ulteriore punto critico riguarda i contributi agli sfollati, che senza una rendicontazione adeguata rischia di favorire frodi. La gestione dei territori complessi come i Campi Flegrei attraverso commissari esterni, che ignorano le dinamiche locali e i danni dei precedenti commissariamenti, è un errore evidente. le amministrazioni locali sono state “svergognate” dal decreto, che le ha trasformate in semplici esecutori degli ordini ministeriali, commissariandole invece di supportarle nella guida delle comunità. La protesta e lo sciopero della fame continuano, con l’obiettivo di ottenere giustizia e sicurezza per i cittadini dei Campi Flegrei.

 

 



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