Durante il mese di marzo 2025 nell’area dei Campi Flegrei sono stati registrati 659 terremoti con una magnitudo massima=4.6±0.3. Di questi, 588 eventi (89.2% del totale) hanno avuto una magnitudo minore di 1.0 o non determinabile a causa della bassa ampiezza del segnale non chiaramente distinguibile dal rumore di fondo, 58 eventi (8.8% del totale) hanno avuto una magnitudo compresa tra 1.0 e 1.9, 8 eventi (1.2% del totale) hanno avuto una magnitudo compresa tra 2.0 e 2.9, 4 eventi (0.6% del totale) hanno avuto una magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9 e 1 evento (0.1% del totale) ha avuto una magnitudo di 4.6. È quanto spiega l’Osservatorio Vesuviano/Ingv di Napoli nel bollettino mensile sui Campi Flegrei.
In totale sono stati localizzati 415 eventi (~ 63% di quelli registrati), ubicati prevalentemente tra Pozzuoli, Agnano, l’area Solfatara-Pisciarelli, Bagnoli e nel Golfo di Pozzuoli, con profondità concentrate nei primi 3 km e profondità massima di circa 4.5 km. Da agosto 2024 il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione è stato di circa 10±3 mm/mese alla stazione GNSS di RITE. Tra i giorni 15 e 16 febbraio 2025 si è registrato un sollevamento massimo di circa 1 cm alle stazioni nella zona di massima deformazione, con valori in rapida diminuzione allontanandosi dal centro della caldera.
I dati del mese successivo allo sciame sismico del 15-19 febbraio evidenziano una ripresa del sollevamento del suolo, con un valore medio di velocità mensile di circa 30±5 mm/mese. Dopo gli eventi sismici di Md=4.6 (13/03) e Md=3.9 (15/03) si registra una diminuzione della velocità di sollevamento del suolo, con un valore medio preliminare di velocità mensile di circa 20±5 mm/mese. Il sollevamento registrato alla stazione GNSS di RITE è di circa 143 cm da novembre 2005, di cui circa 25 cm da gennaio 2024.
I valori massimi di temperatura superficiale della serie temporale IR nelle aree di Pisciarelli e Solfatara mostrano andamenti stabili.
I parametri geochimici confermano i trend pluriennali di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale. Il flusso di CO2 dal suolo nell’area della Solfatara si conferma essere elevato, stimato in circa 5000 t/d, valori comparabili a quelli che si ritrovano nel plume di vulcani attivi a degassamento persistente, conclude il bollettino.