I cittadini di Pozzuoli protestano e chiedono maggiore attenzione da parte delle istituzioni.

“La nostra voce si sente in tutta Pozzuoli, da via Napoli alle ‘Palazzine’. Siamo abitanti di Pozzuoli e dei Campi Flegrei, riuniti in assemblea permanente sul bradisismo – spiegano in un comunicato – preoccupati della attuale situazione e delle parole delle istituzioni locali e nazionali che finora hanno solo mirato ad un pericoloso ritorno alla normalità. Le istituzioni, locali e nazionali, hanno pensato a tutto fuorché agli interessi degli abitanti flegrei più in difficoltà per la crisi bradisismica”.

 

“Abbiamo dei bisogni semplici. Senza la risoluzione di questi, ogni ritorno alla normalità servirà solo a far ripartire l’economia cittadina, senza tutelare in alcun modo gli abitanti, in particolare chi è stato sgomberato dalle proprie case”, spiegano ancora.

Questi i punti fermi delle loro richieste: “1. Verifica e messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici e privati a carico dello Stato; 2. Realizzazione di presidi di primissima assistenza in vari punti dell’Area Flegrea; 3. Sospensione del pagamento di affitti, mutui e utenze per tutti; 4. Sistemazione in strutture requisite in zona, a carico dello Stato, nel periodo di ristrutturazione e messa in sicurezza e assicurazione in forma scritta agli eventuali sfollati del loro ritorno alle abitazioni una volta ristrutturate o ricostruite”.

“Ci chiedono di attendere per le nuove misure, ma la nostra fiducia è molto scarsa. Già in passato, la politica non ha fatto altro che pensare ai propri interessi di potere (pensiamo alla deportazione a Monteruscello, allo sgombero forzato del Rione Terra ecc.) trascurando completamente i bisogni e la vita del popolo dei Campi Flegrei. Per questo abbiamo bisogno della partecipazione di tutti gli abitanti di Pozzuoli e dei Campi Flegrei: senza la lotta e la mobilitazione nessuno tutelerà i nostri interessi. Necessitiamo di forme di controllo popolare su ogni decisione politica e sulle risorse economiche assegnate. Il silenzio e l’attesa delle istituzioni non è una garanzia, ma un pericolo”.



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