Chissà se durante la notte Fabio Ciciliano ha ripensato alle risposte che ha dato a centinaia di cittadini impauriti dalle scosse di terremoto degli ultimi giorni. Il capo dipartimento della protezione civile ha partecipato all’incontro di ieri sera a Monteruscello, organizzato per tranquillizzare la popolazione in merito alla crisi bradisismica. L’obiettivo è stato clamorosamente toppato e buona parte delle responsabilità ricadono proprio sulle risposte e sui toni usati da Ciciliano. La frase ‘più famosa’ che riecheggia dall’appuntamento di ieri è “…se arriva una scossa di grado 5 crollano i palazzi e contiamo i morti”.
Una frase di certo provocatoria. Non crediamo che il dirigente della protezione civile lo pensi davvero. Almeno, speriamo che non lo pensi davvero. Quella di Ciciliano è apparsa più una risposta piccata a qualche attacco arrivato dalla platea, dai cittadini che, esasperati, cercavano risposte che non sono arrivate. La verità, però, è che non è l’unica uscita infelice dei partecipanti all’incontro. C’erano anche i sindaci di Napoli, Pozzuoli e Bacoli, c’era il prefetto Michele Di Bari, il capo della protezione civile campana Italo Giulivo, il direttore dell’Osservatorio vesuviano Mauro Di Vito.
La discussione ha assunto caratteri grotteschi da subito perché i rappresentanti istituzionali, disabituati al confronto con il pubblico, sono immediatamente scesi al livello dialettico del popolo. Ma mentre il popolo è giustificato da vivere la paura sulla propria pelle, quale giustificazione ha chi di lavoro dovrebbe dare risposte nei momenti di crisi? Probabilmente nessuna.
Dicevamo, le frasi fuori luogo non si contano. Ai giornalisti, prima di cominciare, lo stesso Ciciliano esordisce con “…le scosse sono normali. Chi non vuole sentire le scosse deve andarsene dai Campi Flegrei”. Una frase decisamente infelice se rivolta a una popolazione che ha subito 40 anni di totale abbandono istituzionale e che ha visto evaporare miliardi di lire e poi di euro senza veder realizzata neanche un’opera di quelle annunciate negli anni 80. Sempre il capo dipartimento della protezione civile, interrogato sui tempi per realizzare le vie di fuga ha risposto: “…non possiamo fare le pizze, ci vorrà qualche anno”. I presenti, però, hanno incalzato chiedendo conto di quanto non è stato fatto negli anni passati, un immobilismo che oggi rende i Campi Flegrei assai vulnerabili.
Ed è ancora sui tempi la terza perla della serata, sempre targata Ciciliano, che a un cittadino che chiedeva gli effetti di trivellazioni realizzate nove anni fa si è limitato a dire: “Noi non c’eravamo 9 anni fa, deve chiederlo a chi era responsabile”. Ma una frase del genere è difficilmente accettabile da chi rappresenta lo Stato perché è tenuto a dare conto anche del passato, di cosa è stato fatto e di cosa non è stato fatto. E visto che il cittadino, un avvocato, ha insistito, il dirigente ha tagliato corto dicendo “…questo non è un tribunale e lei non può fare un’arringa”.
Tra una frase infelice e l’altra si è inserito anche il direttore dell’Osservatorio Di Vito, il quale a una donna che parlava (senza averne le competenze, va detto) di gradazioni di terremoti ha risposto sarcastico: “Se vuole venire a lavorare da noi la aspettiamo a braccia aperte”.
In questo scenario desolante, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi è apparso quasi un gigante. Almeno, ha riconosciuto con onestà che qualcosa nella prima accoglienza dei cittadini napoletani, che vivono al confine con Pozzuoli e che pure hanno lasciato le loro abitazioni per dormire in automobile, non è stato fatto abbastanza e che nei prossimi giorni provvederà a migliorare il sistema. L’incontro di Monteruscello è stata l’ennesima occasione persa.
L’arroganza e la suscettibilità dimostrata dalle istituzioni è stato fuori luogo dall’inizio alla fine. Sui Campi Flegrei lo Stato ha fallito per 40 anni. Ha fallito nei piani di protezione civile inesistenti, nelle vie di fuga finanziate e mai realizzate, nella comunicazione mai chiara e puntuale, nelle esercitazioni mancate (solo due in dieci anni) nei permessi edilizi rilasciati con eccessiva facilità. Forse ieri sera qualcuno avrebbe dovuto solo dire “scusateci, saremo al vostro fianco finché ce ne sarà bisogno”. Ma questo sarebbe accaduto solo in un Paese serio.