La proposta di prevedere un ripopolamento delle aree interne della Campania, e delle regioni limitrofe, in caso di eruzione del Vesuvio o dell’acuirsi della crisi bradisismica non piace a Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli, che in un post Facebook spiega i motivi del suo dissenso per la proposta.

“Sia molto chiaro. Noi non siamo pacchi postali. I cittadini di Bacoli e dei Campi Flegrei non sono scatole da spostare, da un posto all’altro dell’Italia. L’ho ripetuto, oggi. In risposta alle dichiarazioni proferite dal presidente del’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno. “La popolazione a rischio bradisismo va ricollocata lungo l’asse da Napoli a Bari. Così si rilancerebbero le aree interne”. Così ha detto. Ed è incredibile. Lo affermo con garbo, senza voler innescare polemiche. Ma lo dico con assoluta fermezza. Voglio affermare un principio da cui non possiamo e non vogliamo prescindere. I flegrei vogliono vivere nella propria terra. Abbiamo il diritto di farlo. Punto. Perché ciò accade da sempre. E perché stiamo lavorando incessantemente per rendere più resilienti le nostre città. Più resistenti. Si stanno per investire centinaia di milioni di euro. Per opere pubbliche e per diminuire la vulnerabilità sismica degli edifici privati. Immaginare, invece, di trasformarci in quadri da appendere su pareti vuote è una proposta inaccettabile. Il bradisismo non può essere un problema funzionale per risolvere altri problemi. Ed è assolutamente grave che simili dichiarazioni vengano proferite da economisti, nel corso di un’iniziativa dello SVIMEZ sulla “crescita urbana del Sud”. Perché si continua a nuocere la principale industria dell’area flegrea: quella turistica. Settore che qui, nei Campi Flegrei, è in continua espansione. Perché si va in controtendenza rispetto alle politiche industriali che qui, a Bacoli, e nei Campi Flegrei, sono anche esse in ampliamento. Mi fermo qui. Non molleremo di un millimetro. Noi resistiamo qui. Noi resistiamo nei Campi Flegrei. A casa nostra. Un passo alla volta”.



Fonte