Sono state settimane tutt’altro che facili, le ultime, per gli abitanti e le attività commerciali della zona flegrea. Le forti scosse del 20 maggio scorso, gli sgomberi, la preoccupazione crescente, hanno messo a dura prova la tranquillità delle persone. 

Chi conosce molto bene il territorio e in questi mesi complicati ha rappresentato più volte in Parlamento le istanze dei cittadini flegrei è il deputato del Movimento 5 Stelle Antonio Caso, che a NapoliToday ha fatto il punto della situazione dopo gli ultimi sviluppi.

Onorevole Caso, da puteolano è preoccupato per la situazione dei Campi Flegrei?

“Purtroppo non si può essere sereni dopo la giornata della scossa di magnitudo 4.4 e degli oltre 150 terremoti in poche ore. Il suolo purtroppo continua a sollevarsi e questo significa che ci dobbiamo aspettare altri terremoti. Gli scienziati fortunatamente ci dicono che al momento non vi sono segnali che fanno pensare ad un’eruzione, tuttavia l’intensa attività sismica che si sta registrando nell’ultimo mese non lascia tranquilli. Alle scosse non ci si abitua, tanto più se creano danni agli edifici tali da determinare lo sgombero di circa 100 nuclei familiari. Fortunatamente il nostro territorio, attraverso l’Osservatorio Vesuviano, è il più monitorato al mondo e questo consente di avere qualche rassicurazione in più. Dunque è bene tenere l’attenzione molto alta e chiedere un potenziamento delle azioni di prevenzione e mitigazione dei rischi, ma non bisogna cadere nell’allarmismo”.

È da tempo oramai che lei chiede risposte immediate per i cittadini della zona, a partire dalle verifiche dei fabbricati e dalla messa in sicurezza degli edifici. Dopo l’incontro delle scorse settimane con il ministro Musumeci in commissione Ambiente si sente maggiormente rassicurato o resta perplesso? 

“Per il momento dal ministro per la protezione civile sono arrivati solo generici annunci, ma cittadini e imprenditori hanno bisogno di risposte concrete ed urgenti. Bene aver mobilitato la Protezione civile nazionale per accelerare le verifiche sugli edifici privati, così come da me più volte richiesto. Ma una volta accertato lo stato di inagibilità di un fabbricato e sgomberato i residenti, occorre fornire tutto il supporto possibile, anche economico, a chi è costretto ad allontanarsi. Tutto prevedibile, e messo in evidenza al tempo del Decreto Campi Flegrei, ma maggioranza e Governo si sono girati dall’altra parte”.

Tra le altre misure che lei ha chiesto a gran voce ci sono il Super Sisma Bonus e la sospensione di tasse e mutui per i cittadini della zona…

“Se vogliamo rendere resiliente il nostro territorio e convivere con la maggiore tranquillità possibile con il fenomeno, occorre un’azione strutturale su larga scala di consolidamento dell’edificato, sia pubblico che privato. Il Super Sisma Bonus può essere lo strumento giusto per raggiungere l’obiettivo, ma il Governo non la pensa così. Se hanno in mente una soluzione alternativa altrettanto valida, la mettano in campo subito e noi l’appoggeremo. In questi giorni agli sgomberati stanno arrivando le ordinanze comunali che obbligano a mettere in sicurezza gli edifici inagibili, come se questi cittadini avessero testa e soldi per farlo. Oltre il danno, la ‘beffa’. Il ministro Musumeci la smetta con le chiacchiere. La sospensione di tasse, tributi e mutui è il minimo che si possa fare per provare a dare sollievo a cittadini e commercianti, già oltremodo stressati e preoccupati dalla situazione. Non c’è bisogno di dichiarare lo stato di emergenza, come dice il ministro, occorre solo la volontà politica”. 

Con l’estate in particolare alle porte, c’è da salvare anche il tessuto socioeconomico della zona. Lei ha incontrato più volte nelle scorse settimane commercianti e ristoratori: quali sono le loro esigenze e cosa chiedono? 

“È un dato di fatto che il fatturato di molte attività commerciali ed imprenditoriali, soprattutto del settore turistico-ricreativo, abbia subito un forte calo. E non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi. Dunque prevedere delle misure di sostegno sarebbe quanto mai opportuno per permettere agli imprenditori di proseguire l’attività, salvaguardando così anche l’occupazione. Non tutti possono permettersi di mantenere i dipendenti se gli incassi diminuiscono drasticamente”.

Nel frattempo la commissione Grandi Rischi nei giorni scorsi ha sottolineato l’importanza di aggiornare i livelli di allerta dei piani di emergenza dei Campi Flegrei. La Protezione civile ha preso atto di queste evidenze e ha annunciato che darà avvio alle attività necessarie all’adeguamento. Cosa vi aspettate in tal senso?

“L’aggiornamento dei piani è un qualcosa che va fatta sempre ed in maniera costante per tenere conto della realtà che cambia e delle nuove evidenze scientifiche. Tutti i piani sono migliorabili. Non so di preciso cosa la Protezione civile nazionale intenda fare relativamente ai livelli di allerta per il rischio vulcanico. Probabilmente si vuole rivederli per permettere un’evacuazione selettiva e progressiva delle aree a rischio. Allontanare 500.000 persone in 72 ore sulla carta è possibile, ma nella realtà è molto difficile se non impossibile”. 



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