BACOLI – Un appello indirizzato al sindaco del Comune di Bacoli, al comandante della Capitaneria di Porto, agli amministratori e ai dirigenti d’Ufficio per denunciare la situazione igienico-sanitaria della spiaggia libera Demaniale di Bacoli. A farsene portavoce Antonio Schettino, cittadino residente a Napoli, che si definisce un “attento osservatore ecologico-ambientalista” che vanta una lunga carriera alle spalle. Schettino è infatti un ingegnere con trascorsi da ex Dirigente Regionale – Settore Demanio e Patrimonio (dal 1989 al 2004) e poi Dirigente di Servizio (03) del Settore Turismo (dal 2004 al 2007), Soprintendente al Depuratore di Cuma-Licola (dal luglio 1994 al marzo 1995), ancora oggi collaboratore volontario come cronista fotoreporter dell’Ufficio Stampa Regione Campania.

LA DENUNCIA – «Inoltro questo appello, afferente alla situazione igienico-sanitaria della spiaggia libera Demaniale di Bacoli, compresa nella zona marittima “Case Vecchie”, avente inizio dal sito della Cooperativa Bivalva-Centro Ittico Tarantino Campano e terminante col cantiere navale del Comando della Guardia di Finanza, compresi tutti gli ormeggi barche in concessione e varie attività turistico-balneari, perché intendo premurarmi di segnalare la situazione di degrado e di abbandono della zona descritta. Dal 2022 a tutt’oggi, si assiste agli interventi di bonifica e di recupero ambientale della zona marittima Demaniale descritta, mediante cospicui abbattimenti e demolizioni operati dall’Autorità Comunale, con particolare interesse sulle antiche strutture edili-turistico-cantieristiche esistenti almeno dal lontano 1960. Affinché possano essere ricomprese (perché ora mancanti) o essere ripristinate le strutture igienico-sanitarie e di pronto soccorso medico abbattute nell’ambito operativo della medesima bonifica e recupero ambientale attuata dal Comune di Bacoli; rivolgo il mio sentito appello auspicando che si possano reinstallare, con adeguate architetture, rifiniture e allacciamenti regolari le suddette strutture», scrive. Per l’autore dell’appello costituiscono infatti una irrinunciabile prerogativa di esistenza e d’uso, legata alle esigenze fisiologiche sia delle persone frequentanti i luoghi innanzi descritti, relativamente ai numerosi ormeggi barche esistenti (circa 700 unità tra natanti, cabinati, yacht, gommoni, ecc.), sia dei lavoratori ivi impegnati nelle attività di ormeggio, turistico-balneari e ricreative.

L’APPELLO – «Faccio notare, inoltre, che tutti i percorsi per il raggiungimento degli ormeggi barche, spiaggia compresa, anche se proibita la balneazione, ancorché realizzati dai concessionari delle attività esistenti, risultano precari, approssimativi, inconsistenti e/o danneggiati o ammalorati, spesso posizionati su terreno sconnesso e pieno di ostacoli, come tutti i residui della “bonifica”, oppure naturali come: materiali vari, erbacce, piante e tronchi abbandonati. Sia di giorno, sia di notte, i luoghi lasciati nello stato di abbandono in cui versano, sono diventati ricettacoli di animali randagi, topi e insetti», prosegue Schettino, sottolineando che alla data attuale nessuna concessione di ormeggio, attività commerciale, turistica e ricreativa (insistente sul tratto di spiaggia libera considerato) possiede un bagno (anche piccolo) con servizi igienici, e non esiste alcun punto di pronto soccorso per la clientela degli ormeggi. «Concludo auspicando un fattivo intervento delle Autorità competenti qui rispettosamente allertate, con il fine di recuperare un presidio potenzialmente importante ai fini dell’economia e dello sviluppo turistico e economico-commerciale della bellissima cittadina di Bacoli».



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