POZZUOLI – Non potranno frequentare bar, discoteche, pub e le piazze di Pozzuoli tre appartenenti alle baby gang di Monterusciello e Toiano che il 5 ottobre scorso si resero protagonisti di violenze ad Arco Felice e a “Piazza a mare”. Si tratta di giovanissimi di età compresa tra i 16 e i 19 anni, destinatari di D.A.C.U.R. (divieto di accesso alle aree urbane). A loro sono risaliti i poliziotti del commissariato di Pozzuoli – diretti dal vicequestore Raffaele Esposito – che hanno incrociato volti, frame video, nomi e testimonianze scaturite da quelle 18 ore di follia e violenze che fecero il giro della rete.
LE INDAGINI – Un lavoro che ha permesso di cristallizzare la successione degli eventi e le identità dei protagonisti, tale da condurre il Questore di Napoli ad emettere il divieto di accesso ai pubblici esercizi o locali di pubblico trattenimento, per periodi di uno e due anni. Nello specifico il dispositivo vieterà ai tre giovani di frequentare qualsiasi locale pubblico come bar, discoteche, pub e piazze nella città di Pozzuoli in ogni ora del giorno e della notte. Qualora la misura venisse violata, scatterebbe a loro carico una denuncia penale. Tra i giovani puteolani finiti nell’inchiesta sulle baby gang c’è anche un parente di un capoclan dell’area flegrea.
LE BANDE – Era il 5 ottobre scorso quando i due gruppi si affrontarono a più riprese: nella notte in piazza Aldo Moro, ad Arco Felice, e la sera dello stesso giorno a “Piazza a mare” dove andò in scena una caccia all’uomo per vendicare l’aggressione delle ore precedenti. Violenze finite in un fascicolo d’indagine, riprese dalle telecamere di videosorveglianza dei locali della zona e che hanno portato a chiudere il cerchio intorno ai protagonisti di quegli scontri. Violenze covate nei quartieri ed esplose nelle piazze di Pozzuoli e che vedono contrapposti da una parte i giovanissimi della baby gang di Monterusciello che portano il numero 17 (tanto caro al boss napoletano della paranza dei bambini Emanuele Sibillo) su tatuaggi, collane e sui social come segno distintivo e di affiliazione; dall’altra i coetanei del Rione Toiano uniti sotto il numero 22, significato di “o pazzo”, soprannome dato a uno dei killer più sanguinari dei clan Longobardi e Beneduce.