“Il vulcano più pericoloso d’Europa rimbomba e gli italiani valutano i rischi”. E’ il titolo di un reportage realizzato nei Campi Flegrei da due giornalisti del Washington Post, il noto quotidiano americano, passato alla storia per aver svelato lo scandalo Watergate che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon. Anthony Faiola e Stefano Petrelli hanno analizzano gli ultimi mesi, tra scosse di terremoto, prove di evacuazione, evacuazioni vere e mosse della politica per attenuare i rischi. 

La conclusione del lavoro dei due giornalisti è che il rischio di un disastro non è preso abbastanza sul serio delle istituzioni locali e nazionali. Nel servizio su parla di “…rovine di 2mila anni che stanno venendo fuori dalla terra, spinte verso l’alto dalla forza idrotermale. La linea di galleggiamento si sta ritirando alle banchine mentre il terreno si alza. Migliaia di terremoti, tra cui uno che ha costretto 1.500 persone a trovare un rifugio temporaneo”. Il reportage ricorda che se intorno alla caldera vivono circa 80mila persone, se parliamo di popolazione interessata si raggiunge l’impressionante numero di 485mila cittadini. 

Il pericolo è duplice. Quello di terremoti sempre più forti e quello di una grande eruzione. Per gli esperti sentiti dal Post, i Campi Flegrei potrebbero provocare più danni del Vesuvio nell’eruzione del 79 d.C. Tra essi che Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore dell’Osservatorio vesuviano, spesso in polemica con il suo stesso Istituto perché a suo dire c’è una minimizzazione del rischio. “Potrebbe esplodere come una bomba” le parole del vulcanologo. “Mastrolorenzo – scrive il Washington Post – sostiene che un’eruzione potrebbe verificarsi con solo poche ore di preavviso e minacciare l’area metropolitana di Napoli, la terza città più grande d’Italia. L’area potrebbe non essere preparata. Le evacuazioni durante il terremoto di maggio sono state disastrose, dicono i cittadini; Alcuni conducenti sono rimasti bloccati nel traffico e sono stati costretti a camminare verso la sicurezza di una spiaggia. Una successiva evacuazione ha visto solo una manciata di partecipanti”.

Nell’articolo viene specificato che, al momento, “…Non c’è alcuna indicazione di un improvviso aumento del magma che potrebbe segnalare un’imminente eruzione. Ma gli eventi vulcanici possono essere altamente imprevedibili e il nuovo ciclo di terremoti vulcanici – insieme a un aumento misurabile del suolo di 2 cm al mese – è preoccupante”. L’altro esperto citato dal reportage è Giovanni Chiodini, geochimico in pensione precedentemente responsabile della sorveglianza geochimica dell’area. “Anche se il magma sotto i Campi Flegrei non sta salendo verso l’alto, il vulcano sta diventando più pericoloso – si legge nel servizio – Se stessimo parlando di un vulcano in Antartide, diremmo tutti che si sta muovendo verso un’eruzione”. 



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