Bradisismo, negli ultimi giorni un ulteriore motivo di allarme si è aggiunto alla preoccupazione già esistente per i movimenti tellurici: si tratta delle emissioni di CO2, gas potenzialmente letale in condizioni di scarsa ossigenazione, che sono state rilevate in alcune zone dei Campi Flegrei. Tanto che il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha emanato un’ordinanza urgente per la gestione dell’emergenza fornendo anche alla popolazione un vero e proprio vademecum.
5mila tonnellate di CO2 al giorno
È il direttore dell’osservatorio Vesuviano Mauro Di Vito a definire nei particolari qual è, allo stato, la situazione, in un articolato intervento sui social dell’INGV.
“Continua questa forte emissione di gas – dice Di Vito – prevalentemente dall’area di Solfatara- Pisciarelli dove vengono emesse 5mila tonnellate al giorno di anidride carbonica, insieme a tanti altri gas in concentrazione minore”.
Pericolo gas
“Questi gas possono essere pericolosi – ammette Di Vito – perché possono accumularsi in vani poco areati, sotterranei.
Si tratta di gas emessi dal vulcano per degassamento del sistema idrotermale. L’anidride carbonica in particolare è un gas che quando è freddo è pesante e tende a ristagnare nelle aree depresse”.
Le emissioni più consistenti sono state rilevate appunto nell’area della Solfatara Pisciarelli e nella zona immediatamente circostante (aree in verde nella piantina in copertina); nella Piana di Agnano dove si trova la famosa Grotta del Cane (aree in rosso nella piantina in copertina) e in altri luoghi dove è noto che questo gas aveva un ruolo; ancora intorno al Monte Nuovo e nell’Area delle Mofete.
“Sono emissioni basse – avvisa netto Di Vito – ma se capitano in un luogo dove non si mescolano con l’aria circostante possono raggiungere concentrazioni dannose per la salute”.
Le falde
Come spiegato dal direttore dell’Osservatorio Vesuviano, le emissioni derivano da degassamento idrotermale: sotto le aree dove sono state rilevate le enissioni si trovano ampie falde di anidride carbonica (in azzurro e celeste nella piantina in copertina) e falde idriche. In base alla tipologia di situazione (emissione o falda sotterranea) l’INGV ha effettuato misure dirette dei flussi dal suolo ovvero misure in falda per capire quanto gas c’era.
“In queste zone le falde idriche, l’acqua, è ricca di anidride carbonica che risale verso la superficie in quantità basse ma tali che se si accumula e concentra in aree depresse non ventilate nel tempo può avere effetti dannosi per la salute”, spiega Di Vito.
I gas precisa il direttore dell’osservatorio vesuviano si disperdono facilmente all’aperto, soprattutto quando – come in questo caso – vengono emessi caldi: risalgono e non determinano alcun rischio per la popolazione. Il pericolo riguarda solo i vani interrati poco areati dove ci può essere una risalita dal suolo di questo gas e la sua concentrazione.