POZZUOLI – Il “fine corsa” era arrivato nove mesi fa quando, all’alba del 3 ottobre, i carabinieri del nucleo operativo di Pozzuoli smantellarono la “banda delle Reginelle” con una raffica di arresti. Tempo 48 ore è arrivò la nuova resa, con quattro pentimenti. Infine le condanne arrivate nei giorni scorsi durante il processo celebrato con rito abbreviato: 63 anni e 4 mesi di carcere per i sei aspiranti boss. Pene esemplari che hanno confermato la forza dell’impianto accusatorio, costruito sulle indagini condotte dai militari della Compagnia di Pozzuoli, e che hanno messo a nudo le attività del sodalizio criminale che gestiva droga, pizzo e armi nel quartiere di Monterusciello. Giovani che con sfacciatagginee ferocia lanciarono la sfida ai vecchi veterani dei clan Longobardi e Beneduce.

LE CONDANNE – Secondo l’accusa a capo della banda vi erano il 25enne Luigi Sannino detto “o russ”, che è stato condannato a 15 anni e 8 mesi di carcere (nonostante lo sconto di pena per il pentimento) ed Emilio Cerqua, 30enne titolare di un ristorante della zona a cui i giudici hanno inflitto una pena di 12 anni di reclusione. Il 30enne Francesco Ilardo detto “o puorc”, è stato invece condannato a 11 anni, 4 mesi e 20 giorni. Pene esemplari anche per gli altri tre pentiti che sono: Gennaro Dello Iacolo, 24 anni, figlio di “Pascalone” Ras di Reginelle, condannato a 7 anni e 10 giorni; Umberto Sannino, 21 anni, fratello di Luigi condannato a 6 anni 8 mesi e 10 giorni; e Ciro Scognamiglio, 46enne, condannato a 10 anni 8 mesi e 10 giorni.

LA BANDA – Secondo le indagini della DDA di Napoli la banda rispondeva agli ordini di Pasquale Dello Iacolo che dal carcere di Secondigliano si serviva di telefoni cellulari per impartire ordini ai propri familiari in merito alla gestione della piazza di spaccio nel quartiere Reginelle, utilizzando parole in codice come “macchine” e “casse di birra” per indicare i tipi di droga. Ad occuparsene materialmente dell’acquisizione e della vendita erano la compagna di Dello Iacolo, la 44enne Teresa Pollice, il figlio Gennaro e i figli della donna, Luigi ed Umberto Sannino. Ognuno di loro aveva un ruolo ben preciso. In una conversazione telefonica Dello Iacolo spiegò ai suoi di aver trovato un rifornitore, disposto a vendere grossi quantitativi di stupefacenti. «Questo le macchine se le vuole vendere tutte quante…Mica una alla volta! Due alla volta! Ma solo quantitativi importanti…Tutto il garage».

LA TENTATA ESTORSIONE – Oltre alla banda della Reginelle sono stati condannati, durante un altro processo celebrato con rito ordinario, l’altro Ras di Monterusciello Gennaro Sannino, 50 anni, detto “Gennarino” storico affiliato ai Longobardi-Beneduce e il suo braccio destro, il 40enne Rosario Iammarino. A Sannino è stata inflitta una pena di 7 anni, mentre Iammarino (che rispondeva anche di detenzione di droga) è stato condannato a 8 anni e 8 mesi. Entrambi sono accusati di tentata estorsione ai danni di un imprenditore nautico di Pozzuoli.

FOTO E NOMI

In alto da sinistra: Ciro Scognamiglio, Gennaro Dello Iacolo, Francesco Ilardo Al centro da sinistra: Umberto Sannino, Luigi Sannino, Emilio Cerqua In basso da sinistra: Rosario Iammarino, Gennaro Sannino, Pasquale Dello Iacolo



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