Il forum sul turismo sostenibile, tenutosi presso l’aula San Tommaso in San Domenico Maggiore, ha riunito cittadini, esperti, e operatori del settore per riflettere sulle implicazioni dell’industria turistica per la città di Napoli. L’evento ha messo in evidenza le posizioni contrastanti dei napoletani: da una parte il turismo ha creato occupazione e portato una riduzione della criminalità; dall’altra, ha trasformato Napoli in una sorta di “sagra paesana” perdendo parte della sua identità culturale. Molti politici e amministratori sostengono che Napoli potrebbe “vivere unicamente di turismo”, mentre al Forum si è espresso preoccupazione che la città rischi invece di “morire di turismo”.

Il forum ha ricordato che durante la pandemia, le attività legate al turismo si sono bruscamente fermate, dimostrando la fragilità di un’economia fortemente dipendente da un singolo settore. Situazioni imprevedibili come guerre, terremoti (vedi Campi Flegrei), alluvioni o altri disastri naturali potrebbero mettere in ginocchio il settore, e pertanto, il turismo non dovrebbe essere visto come il pilastro economico di Napoli, ma piuttosto come un valore aggiunto. Si prevede che nel prossimo futuro Napoli potrebbe accogliere fino a 18 milioni di visitatori, sollevando interrogativi sulla capacità della città di sostenere una tale pressione antropica.

Gli effetti dell’espansione dei bed & breakfast e dell’aumento del costo della vita si fanno sentire, con un numero crescente di residenti costretti ad abbandonare il centro storico, un intervento in particolare ha ricordato 10mila sfratti per finita locazione. Al centro del dibattito è emersa la questione di un’assenza di piano strategico per il turismo a Napoli, con interrogativi sugli obiettivi a lungo e medio termine per garantire una crescita sostenibile e inclusiva. La discussione ha anche toccato il tema della tassa di soggiorno: i partecipanti hanno sottolineato che, essendo una tassa di scopo, non dovrebbe finanziare la promozione turistica ma garantire la vivibilità dei residenti.

Un’altra riflessione è stata dedicata alla reputazione del brand Napoli. Attualmente, l’immagine della città sembra legata al “food porn” e a fenomeni di “turismo trash”, che attraggono turisti interessati più al folklore superficiale che alla reale essenza culturale della città. È emersa dunque l’urgenza di promuovere una nuova narrazione, in grado di attrarre un turismo più rispettoso e consapevole. In conclusione, i partecipanti hanno evidenziato l’importanza di implementare politiche concrete per rendere il turismo davvero sostenibile per la popolazione. Tuttavia, è stato sottolineato che la sostenibilità è raggiungibile solo attraverso un processo partecipativo, che coinvolga attivamente e allo stesso tavolo la comunità locale, gli operatori del settore, e le istituzioni. Il Forum ha deciso di riconvocarsi e di restare in rete.



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