POZZUOLI – Più aumenta il sollevamento del suolo, più aumenta la sismicità sia in termini di frequenza che di magnitudo massima. Il professore Giuseppe De Natale, vulcanologo e dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (Ingv), utilizza i canali social per illustrare in pochi punti il fenomeno che presenta come sfondo il territorio dei Campi Flegrei. «Il bradisismo è generato dall’incremento o decremento  della pressione interna del sistema, nei primi 3-4 chilometri della crosta flegrea. Dal 2005-2006 ad oggi c’è stato un progressivo incremento di pressione nel sottosuolo flegreo; questa sovrapressione genera sia il sollevamento del suolo che la sismicità perché la pressione spacca le rocce. La sismicità si addensa nelle zone dove è maggiore lo sforzo di taglio o dove è minore la resistenza delle rocce, perché ci sono zone già fratturate». Secondo il professore De Natale oggi un evento sismico nell’area dei Campi Flegrei non dovrebbe superare una magnitudo di circa 5, che è però comunque circa 10 volte più forte, in termini energetici, del terremoto del 20 maggio scorso che ha presentato una magnitudo 4.4.

LE VERIFICHE SUL TERRITORIO – «Questi terremoti possono fare ingenti danni, nonostante le modeste magnitudo – come dimostrato in modo eclatante dal terremoto di Casamicciola del 2017 – perché avvengono a profondità molto basse, quindi a poca distanza dagli edifici che sono in superficie. Quindi, esiste un solo modo, noto da molti anni, per risolvere questa emergenza: verificare a tappeto la vulnerabilità degli edifici, specialmente nell’area più a rischio, ossia entro un paio di km intorno al triangolo Solfatara-Agnano-Pisciarelli, ed evacuare gli edifici fatiscenti. Se si fosse fatto ciò anni fa, ci sarebbe stato anche il tempo per consolidare gli edifici ed evitare del tutto la presente emergenza. Oggi tempo non ce n’è, perché come è evidente a tutti da un momento all’altro può avvenire un terremoto più forte, che potrebbe causare il collasso di edifici particolarmente fatiscenti e non ancora evacuati/controllati – sottolinea il vulcanologo De Natale che reclama maggiori controlli sul territorio –  Bisogna fare tutto con grande celerità, magari sguinzagliando sul territorio decine o centinaia di professionisti ben preparati per le verifiche di vulnerabilità».



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