“Non posso escludere che avvenga anche qualche terremoto di maggiore magnitudo, ma l’allerta rimane gialla”. Lo dice all’AGI Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, dopo l’intensa attività sismica che sta interessando i Campi Flegrei. Lo sciame sismico, iniziato sabato, ha già registrato oltre 230 eventi, con due scosse di magnitudo 3.9, la prima avvenuta nel pomeriggio di ieri e la seconda alle 00:19. Quest’ultima è stata percepita come più forte dalla popolazione, generando maggiore preoccupazione.

Su questo punto, Di Vito chiarisce: “La percezione non è un valore strumentale, ed è diversa di notte rispetto al giorno. Inoltre, la percezione di un sisma dipende da diversi fattori, come il tipo di edificio in cui ci si trova, la risposta sismica locale e la posizione rispetto all’epicentro. In questo caso, la scossa di questa notte è stata seguita immediatamente da altri eventi più piccoli, il che ha amplificato la sensazione di intensità rispetto a quella pomeridiana, nonostante la magnitudo fosse la stessa”.

Sul fronte del monitoraggio, l’Osservatorio Vesuviano sta analizzando non solo i terremoti, ma anche la deformazione del suolo e l’attività idrotermale. “La deformazione del suolo procede con la stessa velocità osservata prima degli eventi sismici di questi giorni”, spiega il direttore. Anche l’attività idrotermale “non da’ segni di incremento rapido ma ci indica ancora del gas profondo che si muove in un’attività che dura da molti anni”. Quanto alle cause dello sciame sismico, Di Vito lo attribuisce “al movimento della formazione costale, che produce il sollevamento e genera una fratturazione delle rocce”. 



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