POZZUOLI – I Campi Flegrei continuano a tremare. L’ultimo sciame sismico risale a martedì quando si sono susseguiti ben 24 terremoti. L’evento più energetico – di magnitudo 3.2 – è stato registrato nella notte tra martedì e mercoledì alle 2:18. Sulla differente percezione delle scosse arriva una spiegazione dal direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Antonio Di Vito. «L’epicentro degli eventi di martedì è stato localizzato in mare ma molto prossimo all’area di Bagnoli-Dazio, che è particolarmente antropizzata, e in generale sulla percezione soggettiva dell’intensità dei fenomeni sismici incidono diverse variabili, a cominciare dalla conformazione geologica del territorio, che può favorire o meno la propagazione delle onde sismiche».
NUOVI SCIAMI – Autore di numerosi articoli scientifici su riviste internazionali e di oltre 100 su riviste nazionali, Di Vito non esclude nuovi sciami sismici nei prossimi giorni alla luce della nuova crisi sismica in atto. «Quello di ieri (ndr) è un fenomeno che rientra nella fenomenologia in corso da diversi mesi, con la deformazione della crosta che sta andando avanti. Non ho dubbi che ce ne saranno di altri, visto che la deformazione è in corso – prosegue il direttore dell’Osservatorio Vesuviano – Sono in corso tre situazioni macroscopiche che sono rappresentate dalla deformazione crostale, che si presenta in particolare nell’area del Rione Terra, alla massima velocità di 2 centimetri al mese; dalla sismicità, che è discontinua e che ha avuto la sua punta massima il 20 maggio con la scossa di 4.4; e dall’emissione di gas dal sottosuolo, che avviene prevalentemente nell’area Solfatara-Pisciarelli e nel golfo di Pozzuoli dove stiamo misurando grosse emissioni».
IL FUTURO – Su eventuali scosse di magnitudo superiore Di Vito non si sbilancia così come sulla fine della crisi sismica: «Molto frequenti sono quelle basse, ma non possiamo escludere anche quelle più alte. Sulla base di studi e calcoli probabilistici la massima magnitudo attesa non può superare il 5.0».