POZZUOLI – È intervenuto il Prefetto di Napoli nella querelle che a Pozzuoli vede contrapposti il consigliere comunale Riccardo Volpe e il dirigente della direzione 5 (urbanistica e governo del territorio) Agostino Di Lorenzo sull’accesso agli atti in merito a una serie di documenti che riguardano i piani urbanistici e demaniali. Secondo quanto denuncia da tempo Volpe, Di Lorenzo gli avrebbe «negato» per due volte le carte richieste, circa mille pagine di documenti, che il consigliere ha avuto modo di visionare senza però poterle acquisire. Ebbene, nella giornata di ieri il Prefetto ha dato ragione a Volpe chiedendo l’intervento del segretario generale Matteo Sperandeo affinché ci sia l’assolvimento, da parte del comune di Pozzuoli, di quanto reclamato dal consigliere di opposizione. Nella fattispecie si tratta di documenti propedeutici alla redazione del PUC (Piano Urbanistico Comunale) e del PAD (Piano Attuativo di Utilizzazione delle Aree del Demanio marittimo).

LA LETTERA – Prima dell’intervento del Prefetto, Michele Di Bari, lo stesso Di Lorenzo aveva inviato una missiva al segretario generale lamentando una serie di difficoltà derivanti dalla richiesta di accesso agli atti inoltrata a giugno. Problemi operativi che a detta di Di Lorenzo sarebbero «causate dallo stesso (Volpe ndr.) con la richiesta di estrazione di copia di un numero elevato di documentazione, per un totale di 1.032 pagine formato A4 e 105 tavole in formati differenti, che impediscono il regolare funzionamento dell’Ufficio Demanio Marittimo, che allo stato attuale conta di sole due unità di personale costantemente sottratte dall’imponente attività di competenza». Infine Di Lorenzo sembra dare una lettura politica degli eventi, svestendo per un attimo i panni da burocrate «L’azione e le richieste del Cons. Volpe, completamente slegate da attività istituzionali e dal dibattito politico all’interno delle sedi a ciò deputate, si configura quale vera e propria azione di tipo politico tesa a screditare il funzionamento dell’Amministrazione Comunale danneggiandone fortemente l’immagine».



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