POZZUOLI – In questi giorni nei Campi Flegrei si stanno susseguendo più sciami sismici, sequenze di terremoti di magnitudo diversa che si succedono velocemente. E in tanti, spinti dalla paura e dall’esasperazione, hanno deciso di lasciare le rispettive ‘quattro mura’. Le continue scosse non fanno dormire sonni tranquilli, soprattutto a chi vive nella zona alta di Pozzuoli. La più intensa è stata quella di lunedì sera di magnitudo 4,4, la più forte degli ultimi 40 anni. «Siamo completamente abbandonati a noi stessi. Non c’è contezza reale dei disagi che stiamo vivendo. Ci hanno messo in lista di attesa per un sopralluogo all’interno delle nostre abitazioni e oggi non sappiamo ancora se possiamo o meno rientrare in sicurezza in casa – raccontano i residenti del parco Bognar a Pozzuoli – . Ci sono troppe richieste per le verifiche dei tecnici e al momento la nostra istanza è in coda. Nelle nostre case, però, si sono formate delle crepe che sono state riscontrate anche da un ingegnere privato e da un architetto. Ci è stato riferito che le pareti, per lo stato in cui si trovano, potrebbero cedere con una scossa come quella di lunedì. Il palazzo strutturalmente non risulterebbe al momento a rischio».
BOCCIATA LA RICHIESTA DELLA TENDOPOLI AL CAMPETTO – Gli abitanti del parco Bognar hanno richiesto anche l’installazione di una tendopoli all’interno del campetto. «Ci è stato risposto che non è possibile perché non ci sono altre tende a disposizione. Chi ha la possibilità, insomma, deve andare nelle aree di accoglienza allestite sul territorio. Ma il problema è che ci sono anziani che non sono capaci nemmeno di deambulare e non è così semplice come sembra. A Pozzuoli c’è chi sta dormendo in auto, chi sui materassini all’interno di garage, chi è ospite da parenti e chi come me ha fatto ricorso a un hotel. Onestamente rientrare in casa è un rischio se prima non vengono effettuate le verifiche dai tecnici e io non metto in pericolo la mia vita e quella dei miei familiari», ci racconta la signora Maria. «Anche per le scuole non c’è organizzazione. Se lo scenario è questo, perché non installare delle tendopoli per consentire gli esami di maturità? Perché in questi giorni non è stata attivata la DAD? – prosegue – Sebbene gli edifici siano al momento agibili, sarebbe il caso di valutare soluzioni alternative. Nel caso di una scossa di forte intensità come si fa con gli alunni disabili? Qua si tratta di tutelare le vite umane. Abbiamo ancora un valore o siamo solo numeri?».
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