POZZUOLI – La lieta notizia per l’ex sindaco, Vincenzo Figliolia, è arrivata all’una di notte di ieri quando i carabinieri della stazione di Pozzuoli hanno bussato alla porta di casa sua per notificargli il provvedimento di scarcerazione disposto dal tribunale del Riesame di Napoli. «Finalmente sono libero» ha esclamato dopo 142 giorni trascorsi agli arresti domiciliari e una settimana di detenzione nel carcere di Poggioreale. Venuti meno i tre presupposti che finora hanno retto la misura cautelare (inquinamento delle prove, pericolo di fuga e reiterazione del reato) Figliolia ieri ha potuto lasciare la propria abitazione per riabbracciare familiari e amici. Sospeso nei mesi scorsi da consigliere comunale in virtù della misura cautelare che ha fatto scattare la legge Severino, Figliolia ora potrebbe anche fare ritorno tra i banchi dell’opposizione dove al momento è stato surrogato da Angelo Lucignano.

LA SOFFERENZA – «Ovviamente è molto provato per il lungo periodo di detenzione sofferta, in ogni caso felice anche perché non si aspettava una risposta così tempestiva del Riesame. Ha un po’ sofferto l’attesa dell’esecuzione del provvedimento del tribunale che, sebbene emessa nel pomeriggio dell’undici giugno, è stata eseguita all’una del mattino del tredici. Sono molto contento, dopo un periodo che ritengo estremamente lungo. Adesso si potrà lavorare con serenità e preparare al meglio il processo» ha spiegato l’avvocato Gigi De Vita, suo storico difensore.

I PROCESSI – Figliolia da uomo libero ora è atteso da due processi per il caso-Rione Terra: il primo, celebrato con giudizio immediato, lo vede imputato insieme all’imprenditore puteolano Salvatore Musella e all’ex dirigente nazionale del Partito Democratico, Nicola Oddati, per corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite, reati per i quali sono scattate le misure cautelari. I tre dovranno comparire davanti alla VII sezione penale (collegio C) per l’udienza del prossimo 3 ottobre; il secondo processo, invece, vede sempre Figliolia imputato insieme a tutti gli altri coinvolti nella vicenda giudiziaria, per i reati non contemplati nell’ordinanza di custodia cautelare. L’udienza è stata fissata per il 27 giugno e in quell’occasione il Gip dovrà pronunciarsi anche sulla richiesta avanzata dai pubblici ministeri Stefano Capuano e Immacolata Sica in merito al reato di associazione a delinquere, accusa prevista dall’articolo 416 del codice penale che in precedenza era stata “stralciata”.



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