La dichiarazione dell’assessore comunale ai Lavori pubblici Edoardo Cosenza non è passata inosservata, scatenando una ridda di domande e dubbi, espressi in particolare sui social. L’assessore è così intervenuto proprio su un social, Facebook, per spiegare nel dettaglio su cosa basa il proprio convincimento:
“Su cosa si basa l’affermazione che un terremoto molto significativo, dovuto all’attuale bradisismo dei Campi Flegrei, può arrivare a magnitudo (Magnitudo momento Mw, importante precisare) 4,4 – inizia così il primo post di Cosenza – Inoltre esiste un ulteriore limite di riferimento, pari a Mw 5,1 che però è molto poco probabile”.
La storia
Innanzitutto Cosenza si appella alla storia: “Allora, prima un poco di storia recente – dice – Quando la sequenza sismica provocata dal bradisismo si è accentuata, abbiamo chiesto all’Università di Napoli Federico II il supporto di un team di studiosi, multidisciplinare, che potesse fare Valutazioni scientifiche sul problema.
La Task Force di altissimo livello è stata creata ed ha intensamente lavorato. I risultati li posso mostrare perché oramai sono pubblicati. In particolare mi riferisco al lavoro su Nature Communications, vedi titolo ed autori nella prima immagine”.
L’articolo della Task Force d’indagine sismica
Per motivare il proprio convincimento, Cosenza spiega che “sintetizzo alcune parti dell’articolo:
1. Si sono considerate le faglie note attive sismicamente
2. L’energia rilasciata e quindi la Magnitudo momento Mw è ovviamente funzione crescente della lunghezza della faglia: più la faglia che si mobilità è estesa, maggiore sarà la Magnitudo. Nello studio è stata determinata la migliore correlazione.
3. Se si mobilitasse proprio la faglia più estesa, la stima fatta dagli studiosi è Mw=4.4. Precisiamo che questo evento, decisamente sfavorevole, non si è verificato perche mai, in questa attuale crisi, la magnitudo momento Mw ha raggiunto 4.4. E direi neanche nella crisi bradisismica degli anni 80.
4. Se si mobilitassero contemporaneamente tutte le faglie considerate, una opzione per vari motivi molto se non estremamente improbabile, lo studio porta a dire che si potrebbe raggiungere la magnitido monento Mw 5,1.
Questo è quanto”.
Cosa successe prima dell’eruzione di Monte Nuovo del 1538
Nel secondo post Cosenza richiama quanto accaduto prima dell’ultima eruzione conosciuta, quella cosiddetta di Monte Nuovo nel 1538:
“Un’eruzione di modesta entità rispetto alle tante altre; per avere eruzioni decisamente rilevanti bisogna tornare a circa 3000 anni fa e più, con le eruzioni che hanno generato molti dei crateri che adesso vediamo, come Agnano, Solfatara, Monte Spina e tanti altri.
Ebbene l’eruzione del 1538 è molto studiata ed in particolare uno dei massimi studiosi è proprio Mauro Di Vito, attuale Direttore dell’Osservatorio Vesuviano. Come si dice, l’uomo giusto al posto giusto.
L’articolo a cui mi riferisco, pubblicato su Nature Communications, ha titolo ed autori della prima immagine che mostro.
Ai fini delle mie affermazioni, sintetizzo tutto solo con due immagini tratte dall’articolo.
La prima mostra i sollevamenti complessivi nel periodo dal 1251 (data approssimativa) fino al 1536, circa 285 anni.
Nella zona del Rione Terra si ha il massimo sollevamento, esattamente come oggi. Gli studiosi stimano nell’articolo che fosse di 13.9 m, cioè circa 14 m. Un numero estremamente più grande di quanto misurato in questa crisi bradisismica (circa 1,4 m). Ma se anche si considera l’intero sollevamento dall’inizio della risalita del bradisismo, circa 1947, si arriva al massimo a circa 4 m. Cioè lontanissimi da 14 m. Questi ultimi dati si traggono facilmente dai bollettini periodici pubblici dell’INGV.
Dal 1536 la lava deve avere trovato la strada, in una verticale passante per quello che diventerà Monte Nuovo; la spiegazione di dettaglio è nell’articolo. Il massimo sollevamento pre-eruttivo, nella zona di formazione della bocca eruttiva in quei pochissimi anni,è molto grande, fino a 18,8 m, ed è mostrato nell’ultima immagine.
Dunque è chiaro che siamo in situazione molto diversa e molto lontana da quella che portò alla eruzione del 1538, detta di Monte Nuovo.
Non traggo nessuna altra indicazione, lo so bene che in teoria la natura ha margini di imprevedibilità. Ma questa è il confronto in base a studi molto attendibili”